In una fredda giornata di inverno capitò che alcuni porcospini si avvicinarono l’un l’altro per scaldarsi e non rimanere assiderati. Immediatamente però percepirono il dolore delle spine e furono costretti a riallontanarsi, per poi di nuovo riavvicinarsi per il freddo. Il dilemma del porcospino non ha soluzione, occorre trovare una distanza di sicurezza almeno pari alla lunghezza delle spine, e sufficiente per condividere o almeno non disperdere il calore generato dalla prossimità. La storia dei porcospini è la metafora che usa Schopenhauer per definire la condizione dell’esistenza dell’uomo, e nella sua versione digitale è la stessa con cui Davide Sisto immagina una nuova esistenza della specie umana nell’era del digitale. Oggi si allargano gli spazi nella nuova infosfera, fatta di realtà e realtà virtuale, e mutano le percezioni dello spazio e del tempo. E l’imbarazzo del porcospino cambia forma, non la sostanza: la tensione tra stare da solo per non pungersi e a stare assieme e vicino ai suoi simili per non morire di freddo prende forma anche nello spazio virtuale.
Il periodo pandemico ha definito meglio lo spazio nuovo nella sua geografia aumentata: lo stare da soli è confinati in casa non impediva di relazionarsi in altre forme. Quello che Baricco ha chiamato un potente crash test del digitale ha mostrato tutta la sua forza, alla quale non eravamo preparati, né abituati. Il digitale è diventato il nuovo spazio su cui le persone hanno spostato la loro vita quotidiana, cambiando i linguaggi, le consuetudini e le prassi. E cambiando la percezione, il valore e il senso di parte delle cose del quotidiano.
Davide Sisto è assegnista all’Università di Trieste, si occupa di vita e digitale, compreso il fine vita modo “delicato” di definire la morte. I suoi lavori si concentrano su come si traduca questo incrocio, un terreno di studi e di pensiero davvero sfidante in un’epoca che rifugge ed esorcizza costantemente la fine di qualsiasi cosa. Il suo “porcospini digitali” edito da Bollati Boringhieri nell’anno in corso, è la maturazione di un percorso dello studioso, acuto, affascinante e mai banale. Così come non lo sono i materiali che raccoglie e che commenta nel suo libro. Da leggere, ad esempio, il capitolo sulla Digital Death e il Metaverso, con una raccolta di casi che lasciano onestamente interdetti. Su tutti il funerale in streaming su Final Fantasy, una piattaforma di gioco, sulla quale si sono celebrate le esequie di alcuni giocatori morti in epoca COVID. Una super gamification del rito funebre.
Aggiungiamo una nota da osservatori: si gamifica il funerale, non il trapasso. Anzi gamificando il funerale si esorcizza una volta di più proprio la morte, sofferenza compresa. E il funerale si separa dalla morte, alla stregua della separazione dell’esperienza dal fatto in sé. Nel reale le due cose, morte e rito, tendono a coincidere. Nel digitale dipende.
Per approfondire: Porcospini digitale. Davide Sisto. Torino 2022. Bollati Boringhieri.