Ad aprile 2024 tornerà TanExpo la più importante fiera b2b sul tema dell’industria funeraria, attiva sul territorio bolognese ormai da diversi anni.
Con la partecipazione di aziende, enti ed istituti di ricerca da tutto il mondo gli eventi in catalogo sono innumerevoli, così come le possibilità per creare solide reti di networking o semplicemente per arricchire le proprie competenze in un campo che difficilmente conosce crisi.
Durante la scorsa edizione, avvenuta nel 2022, di particolare rilevanza è stata la presentazione del “Primo Rapporto sulla domanda di servizi funebri in Italia” a cura dell’Istituto Cattaneo e, nello specifico, dell’osservatorio ORME, elaborato da Asher Colombo e Barbara Saracino, ambedue professori di sociologia presso l’Università di Bologna specializzati sul tema.
Questo report ha evidenziato come gli italiani, pur non fuggendo il pensiero della morte, tendono ad occuparsi molto marginalmente di tutto ciò che li riguarderà dopo il trapasso. L’idea è quella di lasciare mano libera agli eredi per non gravarli di ulteriori compiti in momenti che di per sé risultano già complessi. Le famiglie a loro volta per le esequie tendono a rivolgersi ad una ditta di fiducia che gli è stata consigliata da un amico o da un parente in più di 6 casi su 10, con un’incidenza della pubblicità veicolata secondo i media tradizionali ai limiti dell’irrilevanza statistica, dando grande importanza all’approccio empatico che verrà tenuto dai professionisti contattati. Ancora una grande rilevanza in questi momenti di lutto è rivestita dal sacerdote, nel nostro caso cristiano e cattolico, che nel 90% dei casi terrà un discorso durante le esequie. Infatti, pur essendo gli italiani sempre più fortemente secolarizzati e lontani dai tradizionali dogmi, la maggior parte decide comunque di optare per una funzione in Chiesa o comunque ala presenza di un prete. Una sorta di incoerenza sistemica inquadrabile nell’apprezzamento che il nostro popolo ripone nella tradizione.
Per concludere lo studio si è soffermato anche sul rapporto che gli italiani hanno con i cimiteri, evidenziando come quasi il 65% degli italiani si sia recato almeno una volta durante il 2021 al cimitero. Questo dato potrebbe peraltro essere inficiato dal fatto che la terza ondata della pandemia ha reso più complesso uscire per molti ed in particolare per gli anziani, necessariamente la classe di età più affezionata a questi luoghi, e dunque non dovrebbe stupire se in futuro verrà evidenziata un maggior attaccamento alle visite ai propri cari defunti da parte del popolo italiano.

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